16 Aprile 2024

Il “Festival dei cantastorie: accorato canto di Sicilia” è arrivato alla sua quinta edizione.

Sabato 10 dicembre e domenica 11 dicembre alle ore 18,30, nell’auditorium comunale di via Carlo Alberto, 6, quindi, si alterneranno i cantastorie Sara Cappello da Palermo, Giacomo Sferlazzo da Lampedusa, Luigi Di Pino da Riposto, Carlo Barbera da Nizza di Sicilia, presidente dell’associazione organizzatrice e l’aedo dell’Etna, Alfio Patti, direttore artistico, accompagnato alla fisarmonica da Carmelo Pezzino. Ingresso libero.

La “due giorni” è organizzata dall’Associazione “La Bottega degli attori” di Nizza di Sicilia, patrocinata dall’assessorato al Turismo e Spettacolo e finanziata interamente dal Comune di San Gregorio.

«San Gregorio, anche di fronte a luoghi che si sentivano più deputati a questa vocazione, è diventato il santuario dei Cantastorie – ha commentato Carlo Barbera, presidente de “La Bottega degli attori” -. La ragione è semplice – ha continuato -, il nostro impegno credendo con umiltà e professionalità in questa disciplina artistica ha dato i risultati. Se in altri siti si è celebrato, o tentato di celebrare ancora, il funerale dell’arte del Cantastorie, a San Gregorio si portano avanti istanze di rinnovamento con un occhio alla tradizione. I complimenti anche all’amministrazione Corsaro e a quelle che verranno, che, sono certo, continueranno a contribuire a questa importante manifestazione» ha concluso.

Per il direttore artistico, Alfio Patti «In nessun altro luogo di Sicilia si tiene un raduno annuale di tale prestigio seguito in tutta la Sicilia come quello di San Gregorio. Oggi più che mai è importante mantenere vivo questo appuntamento che rappresenta la cultura identitaria siciliana, proprio in questa Era in cui assistiamo ad una globalizzazione e omologazione che rischia di fagocitare la millenaria cultura siciliana rappresentata da poeti e cantori. Fra gli artisti che si sono esibiti sul palcoscenico sangregorese – ha concluso Patti – vi sono diversi iscritti al Reis (Registro delle eredità immateriali di Sicilia) come patrimoni culturali viventi».