19 Aprile 2024

CASTIGLIONE DI SICILIA – Dall’Etna ai boschi di Ficuzza, storie di vini e riconoscimenti

MICHELE LA ROSA – Storie di vini, di territori,ma soprattutto storia di un’azienda: Cusumano. E così anni fa dal palermitano alla conquista del vulcano, proprio quando i vini dell’Etna diventano ambasciatori dei vini siciliani nel mondo. Arriviamo nei pressi di Castiglione, Uno dei Borghi più belli d’Italia, lungo la provinciale che porta a Verzella, una borgata, in contrada Pietramarina:qui sorge Alta Mora, la cantina di Cusumano ed un primo vigneto, poi ad alcuni chilometri, in altre contrade etnee le altre tenute della stessa azienda. Qui Alta Mora è in ottima compagnia, proprio accanto c’è la cantina e i vigneti del cav. Tornatore, non distante la Tenuta Carranco di Farinetti (Eataly). Ma anche le altre tenute sono vicino alle famiglie storiche della viticoltura siciliana, giunte dal palermitano e dal trapanese, come Planeta, Firriato, Duca di Salaparuta, Tasca D’Almerita, ecc. e i tanti produttori che ormai producono sul territorio castiglionese, come gli storici produttori locali Cottanera (Cambria), Antichi Vinai (Gangemi), Patria (Di Miceli), ecc. Da Piana degli Albanesi (Pa) all’Etna la grande sfida, due territori diversi per clima, geomorfologia, esposizione, ma i risultati sono subito evidenti e oggi molti dei premi internazionali e riconoscimenti a Cusumano vini soprattutto ai vini etnei. Ma vediamo alcune differenze e peculiarità dei territori.

Due territori del vino siciliano, due montagne: la prima Ficuzza a Piana degli Albanesi dove i bianchi
maturano a 700 s.l.m. all’interno della riserva integrata protetta che un tempo fu la riserva di caccia
borbonica; la seconda Alta Mora sull’Etna, diverse piccole contrade e una cantina contemporanea,
che deve molto all’esperienza di Ficuzza.
La tradizione enologica italiana ha insegnato ad apprezzare grandi vini di altitudine nel nord
del paese poi, più recentemente, i grandi vini dell’Etna. La storia di Cusumano inizia proprio
in montagna, vent’anni fa, ma in un territorio peculiare: Ficuzza in provincia di Palermo, a
700 metri sul livello del mare, nella riserva integrata di Piana degli Albanesi dove i Borbone
costruirono la Reggia per poter cacciare in un territorio incontaminato.
Un luogo puro che garantisce ai vigneti aria pulita, luce cristallina che favorisce la fotosintesi,
ventilazione e, soprattutto, una forte escursione termica.
Salealto 2019, l’ultimo nato di Ficuzza, ha ricevuto i 3 bicchieri della guida
Gambero Rosso 2022. Si tratta del “vin du Terroir” di Ficuzza, ottenuto da Inzolia, Grillo e
Zibibbo in parti uguali, vinificati separatamente e poi affinati insieme.
“Siamo andati contro corrente. – spiega Diego Cusumano – Abbiamo scelto di mantenere su
parte della proprietà i boschi e la macchia mediterranea tipica della zona. Così i vigneti
ricordano un mosaico. Anche questo contribuisce alla qualità del vino. Abbiamo adottato una
potatura a Guyot. Non è comune in Sicilia, ma una tenuta così particolare, per altitudine, per
i boschi che la circondano, per il paesaggio che la caratterizza non poteva avere una potatura
comune. Anche i filari sono disposti in modo diverso: a giropoggio, un tipo di allevamento
più facile da trovare in Piemonte. Questo ci facilita nella raccolta, permettendo una
maturazione uniforme sulla parcella”.
Gli altri vini di Ficuzza: Jalé un grande Chardonnay in purezza, mentre da un blend di Insolia
e Chardonnay che vengono da queste parcelle nasce l’Angimbé. Dal Pinot Nero, un vitigno
noto per essere difficile, ma anche elegante nascono il rosato Ramusa, e uno spumante
metodo classico che si chiama 700, proprio come l’altitudine di questi vigneti.
Nel 2013, forti dell’esperienza acquisita a Ficuzza e nelle altre quattro tenute, Cusumano
trova casa sull’Etna e la nomina “Alta Mora”, un nome unico per vigneti sparsi nelle contrade
di Guardiola, Pietramarina, Verzella, Feudo di Mezzo e Solicchiata. La cantina, progettata per
garantire il massimo rispetto dell’uva e della sua integrità, è stata costruita secondo i canoni dell’architettura ipogea che consente, grazie al naturale isolamento termico e all’uso di
energia da biomasse, un notevole risparmio energetico.
La guida Doctor Wine 2022 di Daniele Cernilli ha assegnato il premio speciale
“miglior vino” da uve di Nerello Mascalese al Guardiola 2016, allevato nel vigneto
di Contrada Guardiola che sorge a 900/1000 metri slm., un vero e proprio gioiello in
edizione limitata di 3.500 bottiglie che nasce da viti di 150 anni, pre- phylloxera.
I tre bicchieri della guida Gambero Rosso 2022, che ha assegnato ben 14
riconoscimenti ai vini dell’Etna (su 26 riservati alle etichette siciliane), sono andati per la
sesta volta ad Alta Mora Etna Bianco annata 2020, il carricante nella varietà autoctona
coltivata a spalliera ad una altitudine di 600/750 metri s.l.m. a Linguaglossa in contrada
Arrigo e a Castiglione di Sicilia, in contrada Verzella e in contrada Pietramarina, dove la
freschezza dei terreni concede la piena maturazione del Carricante senza snaturarne i
profumi.