24 Aprile 2024

Nomine RAI:”Poche donne a dirigere”. Le critiche di Margherita Ferro.

Riceviamo a pubblichiamo integralmente una nota giunta in Redazione, sull’argomento in oggetto, a firma di Margherita Ferro, Consigliera di parità per la Sicilia. “Siamo alle solite. Tra testate e reti sono solo due le direzioni affidate a donne dal Consiglio di amministrazione della Rai nella riunione di ieri. La presenza femminile nell’Azienda di servizio pubblico continua a essere minimizzata, a rivestire un ruolo marginale. Le donne, infatti, vengono apprezzate, magari premiate, ammirate, adulate, fors’anche invidiate ma, quando si tratta di affidare le direzioni di testate, reti e altro, il Consiglio di amministrazione pensa quasi sempre a uomini. Come è stato ieri. E non si tratta di questo o quello schieramento politico e/o coalizione di governo. Oggi, come ieri, infatti, sono stati i partiti presenti nel Cda a ispirare le nuove scelte che, come sempre, sono risultate a vantaggio di quelli rappresentati nel governo. Così, principi contenuti nella Costituzione, leggi, specialmente alcune mirate degli ultimi venti anni, convenzioni, lo stesso contratto di servizio che lega la Rai allo Stato e garantisce che il ruolo svolto dalla Tv di Stato deve essere, appunto, pubblico, cioè a servizio della gente, vanno a farsi benedire. Le pari opportunità, anche e soprattutto professionali, restano parole, il riconoscimento delle capacità sul lavoro si ferma, quasi sempre, ai livelli medi di gestione e solo raramente, tanto che si può benissimo parlare di eccezioni, alle donne giornaliste vengono affidati ruoli di gestione e di direzione in Rai. Eppure, anche negli ultimi tempi durante l’emergenza per il coronavirus, le reti Rai sono state riempite di presenze, professionalità, informazioni continue e puntuali anche e soprattutto al femminile, segno di una presenza significativa e del riconoscimento di una professionalità indiscutibile. Come consigliera di parità per la Sicilia non posso non lamentare che, ancora una volta, si è perduta l’occasione per imprimere una virata significativa a un andazzo, maschile e maschilista, che vuole in massima parte uomini nei ruoli chiave della gestione di reti e testate della Tv pubblica. Non mi stancherò mai di protestare ma, anche e soprattutto, di sottolineare le violazioni di leggi e regolamenti, come di contratti e, persino, del buonsenso.