18 Aprile 2024

Decreto Cura Italia non aiuta le imprese. Appello di 3 imprenditori turistici

Michele La Rosa –TAORMINA – Ancora una lettera in redazione. Ancora un appello, un invito al Governo:il decreto Cura Italia non aiuta le imprese, e nello specifico quelle del settore turistico, sopratutto nei rapporti con le banche e nelle procedure burocratiche. Stavolta sono in 3 a sottoscrivere un documento evidenziando le criticità del provvedimento governativo e avanzando delle proposte. La stagione turistica è ormai compromessa, ma c’è il rischio di non poter ripartire subito dopo l’emergenza, sperando che finisca presto. La nota che ci giunge in redazione, ma che rappresenta un accorato appello alle istituzioni e alla classe politica, è a firma degli imprenditori Maurizio Vaccaro ( Parco Botanico e Geologico Gole Alcantara), Angelo Maimone ( CityBySee Open Top Bus), Massimo Turrisi (bar Turrisi di Castelmola), ma rappresentano problemi che riflettono la situazione di centinaia di altri imprenditori di questo comprensorio, come nel resto d’Italia. La riportiamo testualmente qui di seguito:

Oggetto: Decreto “Cura Italia” ed iniziative a sostegno delle imprese e dei lavoratori.

Gentili Signore e distinti Signori

Vi scrivono tre imprenditori della Provincia di Messina che operano nel comprensorio di Taormina e della Valle dell’Alcantara a due passi dall’Etna; un territorio bellissimo che è il principale polo turistico della Sicilia e che si preparava ad una stagione turistica 2020 ricca di promesse e di presupposti positivi e promettenti. Tutto finito! Abbiamo cessato del tutto inopinatamente ed imprevedibilmente dall’oggi al domani, tutte le nostre attività i primi giorni di marzo. Sembra passato tanto tempo, ed invece solo poco meno di un mese fa ci accingevano ad avviare, come ogni anno da decenni, una stagione turistica ed oggi invece siamo costretti ad assistere alla progressiva ed ineluttabile rovina delle nostre aziende, della vita dei nostri collaboratori, della fine di una attività.

Oggi tutte le attività della filiera del turismo sono ferme, messe in ginocchio da un evento epocale imprevedibile e di portata immane: hotel, alberghi, strutture ricettive extra alberghiere, i ristoranti e bar, le attività commerciali di filiera, le aziende del trasporto turistico, le guide ed accompagnatori, i Tour Operator e le agenzie di viaggi; i fornitori della filiera della ristorazione e dei servizi food e non food. Tutto fermo e con prospettive per il futuro terree, con migliaia di posti di lavoro persi e senza alcuna certezza di poter essere recuperati. In particolare le nostre aziende, sono fra le più in vista del comprensorio di Taormina e danno lavoro a centinaia di persone ed assistere alle difficoltà ed alle preoccupazioni di uomini e donne che per anni hanno collaborato con noi per fare crescere le nostre aziende fa molto male, soprattutto perché non sappiamo come aiutare loro e noi. Nessuno ha certezze del presente e, cosa ancora più grave e desolante, del futuro. Nessuno di noi, titolari di azienda e collaboratori, sa cosa accadrà alle nostre aziende ed alle centinaia di posti di lavori da qui a pochi mesi. “Nessuno dovrà perdere il lavoro” ha dichiarato il Ministro Gualtieri; lo speriamo, ma ad oggi di quanto messo in campo dal Governo con tutti i Decreti varati e soprattutto con il “Cura Italia” ancora di concreto sul territorio non si è visto nulla e, di contro, i ritardi e le assurde ed inutili complicazioni burocratiche continuano a creare confusione, apprensione e preoccupazione in tutti noi.

Le banche stanno operando in ordine sparso con procedure preliminari di istruttoria condizionali che nulla hanno a che fare con i presunti “automatismi” che il decreto auspicava; l’accesso al credito per liquidità del quale abbiamo disperato bisogno per fare sopravvivere le nostre aziende OGGI, è solo una pia illusione.

E’ palese che per le aziende del comparto e della filiera turistica non esiste un reale piano di intervento e di assistenza alle aziende del settore, per il “dopo” pandemia. Noi non vogliamo indebitarci ulteriormente, ma essere messi in grado di fare ripartire le nostre aziende, che lavorano principalmente nella stagione estiva sapendo già che nella migliore delle ipotesi la stagione 2020 potrà contare su pochi mesi di lavoro e con un calo delle presenze stimabile almeno del 50%; basta vedere uno dei pochi report di previsione dell’impatto della crisi covid-19 sul settore alberghiero ad oggi elaborato (che vi alleghiamo per ogni buon fine) per rendersi conto di ciò che ci aspetta. Ciò significa che le aziende turistiche hanno bisogno di un piano di intervento e di credito che sia articolato almeno su 24 mesi, con interventi sul sistema creditizio e dei costi del lavoro che sia mirato alla graduale ripresa delle aziende e non al loro indebitamento, ciò alfine di evitare che il fallimenti evitato oggi sia semplicemente posticipato di qualche mese. Altre Regioni (come il Trentino e la Provincia Autonoma di Bolzano) hanno già provveduto a mettere in atto protocolli regionali con le banche alfine di studiare ed attuare piani di interventi di ampio respiro che hanno come obbiettivo il dopo pandemia.

Oggi è necessario che tutte le procedure di accesso al credito siano agevolate e rese celermente disponibili per le aziende, che le banche siano indirizzate e “costrette” ad attuare misure di una economia di guerra, che sia data a tutti la concreta possibilità di rialzarsi e tenere duro per poter avere uno orizzonte di speranza e di sviluppo. Non possiamo sentirci dire (come è purtroppo successo) dalle banche che il credito oggi dato alle nostre aziende in crisi non potrà essere rimborsato proprio perché non abbiamo prospettiva futura o che gli assegni regolarmente emessi ed in scadenza saranno protestati!

Anche in merito agli aiuti ai nostri collaboratori ed alle loro famiglie con gli strumenti dei sussidi e della cassa integrazione generalizzata abbiamo assistito ad interventi che non hanno portato a nulla. E’ semplicemente vergognoso che i sindacati abbiano voluto imporre la cosiddetta “comunicazione preventiva” che ha comportato in Sicilia la convocazione di “tavoli di concertazione” in Regione che hanno portato via almeno dieci preziosissimi giorni di tempo per dare l’avvio alla presentazione delle domande di aiuto. Basta! Oggi anche la burocrazia si deve adeguare!

Qualcuno ancora non si è reso conto che appena qualche settimana fa, di punto in bianco, nell’arco di poche ore, le prospettive di vita e di lavoro di tutti noi sono drammaticamente cambiate e tutti aspettano un concreto aiuto e sostegno da parte dello Stato e di tutti coloro che, a vario titolo, fanno parte della struttura sociale ed economica dell’Italia.

Il Presidente della Repubblica, qualche giorno fa ha detto, riferendosi alle decisioni della BCE: L’Italia sta attraversando una condizione difficile e la sua esperienza di contrasto alla diffusione del coronavirus sarà probabilmente utile per tutti i Paesi dell’Unione Europea. Si attende quindi, a buon diritto, quanto meno nel comune interesse, iniziative di solidarietà e non mosse che possono ostacolarne l‘azione”. Riferito alla BCE, è vero! Ma tutti noi, a maggior ragione, ci aspettiamo analoghe sensibilità di solidarietà e di fattiva collaborazione, per le auspicate iniziative di solidarietà delle quali parla il Presidente.

PROPOSTA

Vi chiediamo e preghiamo di volere essere parte attiva e propositiva nelle sedi opportune delle seguenti richieste:

1. Urgente accordo con l’ABI per la veloce procedura di accesso al credito, non soggette ad alcuna condizionalità e la conseguente erogazione di liquidità coperta dal Fondo di Garanzia – MCC, tramite affidamenti di cassa, commisurata alle necessità delle aziende, con semplice autocertificazione che dichiari la somma necessaria per lo stato di emergenza finanziaria aziendale;

2. Inibire le eventuali procedure di protesto che nel frattempo ne potrebbero derivare;

3. l’immediato avvio delle procedure di richiesta ed erogazione dei sussidi e della cassa integrazione per i nostri collaboratori entro il 10 aprile con l’anticipazione da parte delle banche;

4. la sospensione del pagamento di qualsiasi tributo o tassa da corrispondere, anche di carattere comunale e regionale, ovvero la cancellazione di qualsiasi tassazione per l’anno 2020.

5. la predisposizione e l’attuazione a livello regionale e nazionale di un piano organico di intervento e finanziamento per tutte le imprese della filiera del turismo, che sia articolato almeno su 24 mesi, considerato il nostro carattere di stagionalità, con il 50% a fondo perduto, con un preammortamento di almeno 6 mesi e che abbia come obbiettivo la ripresa delle attività.

6. La predisposizione di un adeguato piano regionale di comunicazione e di marketing finalizzato alla sensibilizzazione dei flussi turistici italiani ed esteri per riconquistare i segmenti di mercato persi con la crisi.

7. Agevolazioni per le assunzioni, al fine di rilanciare l’occupazione, esonerando le aziende dal pagamento dei contributi per un periodo massimo di 36 mesi, e renderle – soprattutto – stabili nel tempo.