24 Aprile 2024

Emozioni in foto di……. Federico Cannata per le grandi riviste di moda

 Ramona Mondì Se solitamente un’intervista inizia con una domanda, io questa voglio farla iniziare con un’emozione. Si, un’emozione. Le foto di Federico Cannata, fotografo di moda siciliano, sono letteralmente meravigliose. Ho deciso di guardare il suo portfolio online come si guardano le opere d’arte in un museo. Ti fermi, le osservi, viaggi, ti emozioni. Dalla mia indole sono venuti fuori i seguenti aggettivi: incisive, decontestualizzate con arte e talento, originali, estrose, eclettiche, magiche, sognatrici, passionali, geniali, meravigliosamente naif!

Ecco l’intervista all’artista.

A proposito di emozioni, come decidi che un determinato soggetto diventerà la tua musa ispiratrice per uno scatto perfetto?

“Mi definisco un esteta da manicomio (giusto per capirci).. tanta è questa ricerca di bello nelle cose e negli altri, ma soprattutto mi piace indagare in quella bellezza che si manifesta nei sentimenti, nelle emozioni, negli stati d’animo. Il fascino autentico non si limita all’aspetto fisico ma coinvolge caratteristiche più intime, diventando così un dono prezioso per se e per gli altri. Quando decido di dare vita ad un mio nuovo progetto fotografico due cose emergono: il concetto che voglio esprimere (il tema) e chi potrebbe essere più adatto per interpretarlo. Di solito per i progetti più personali mi piace lavorare con persone che sono al di fuori del contesto moda, perché in loro trovo un modo di approcciarsi alla fotografia (in questo caso di moda) più naturale ed estraneo, mi piace così generare questo contrasto. Decido chi sarà la mia futura musa praticamente ovunque io vada. Mi baso all’emozioni della prima occhiata, al supermercato, in piazza, in un locale, persino la domenica in chiesa, già immagino quella persona dentro ad un mio scatto. E’ qualcosa che sicuramente non controllo, avviene in modo naturale, si materializza difronte ai miei occhi. In linea generale non ho dei canoni di bellezza prefissati, il bello per fortuna è molto personale, sicuramente prima dello shooting con la mia modella/o nasce un’amicizia e quindi un’intesa, elementi fondamentali per una buona foto.”

Nelle tue vene scorre sangue siculo: la nostra è una terra che è nata con l’arte ma che, rispetto al jet set nazionale, è rimasta un pizzico indietro. Credi che un fotografo d’arte e moda come te possa mai trovare il suo spazio in Sicilia? O la cosiddetta fuga dei cervelli è ben motivata?

“Questa domanda cade decisamente a pennello in un momento di importanti riflessioni sul mio percorso artistico. In questa fase sto riflettendo molto su che cosa è mancato e di che cosa siamo stati privati in questi decenni di storia in Sicilia, perché tutta la storia che ci troviamo non può essere cancellata così come nulla fosse! Il nostro passato avrebbe dovuto dare dei frutti nella nostra terra molto più corposi di quello che ci ritroviamo oggi. Sono appena tornato da Milano per una mostra, in questa città anche ogni singola mattonella ti parla di moda, arte, cultura, voglia di fare e di mettersi in gioco: è un sogno. In questa città ti senti veramente al centro del mondo, perché oggettivamente li corre il mondo e mettersi in relazione con questo contesto è sicuramente stimolante, che può solamente fortificare. Li però non trovo me stesso, non mi sento completo come vorrei, perché quel luogo non parla di me e delle mie radici. Nel mio modo di fare fotografia si trova un continuo richiamo alla mia terra, voluto e dovuto,  un omaggio che voglio fare a questa incessante fonte d’ispirazione. Sto riflettendo molto sul valore delle mie origini e queste credimi stanno facendo la differenza quando magari devo presentare a dei galleristi le mie opere o i miei progetti ad un cliente straniero. C’è “sete” e voglia di vivere questi posti da parte loro. Ho dedotto così che è necessario tenere i rapporti e gli occhi nel mondo, viaggiare ci fa comprendere che esistono altri mille modi di vivere la vita, andarsene per alcuni mesi da casa serve, a mio parere, per prendere più consapevolezza su chi siamo e cosa vogliamo. Ma si può benissimo ritornare alla “base”, in questo caso in Sicilia, ricaricarsi, condividere, parlare alle persone, fare ricerca e poi ripartire e portare un pizzico della tua terra nel cuore del mondo. Attualmente è giusto condividerti che non trovo al 100% in Sicilia giusti spazi e slanci per esprimere a 360° gradi le mie idee e pensieri, ma noi giovani siamo in dovere di provare nel nostro piccolo a modellare lo spirito delle nostre città.” 

Alcuni dei tuoi scatti trovano spazio su un giornale ambitissimo quale è VOGUE, come ci si sente a veder pubblicato il proprio lavoro su una piattaforma così importante? E soprattutto, ci si fa l’abitudine o è un’emozione nuova ogni volta?

“Ricordo benissimo il giorno quando una mia fotografia è apparsa in una delle riviste più autorevoli e importanti del pianeta in campo di moda e arte come Vogue. Sconvolgente è il termine più adatto direi. Non potevo credere ai miei occhi. Racconto spesse volte come è iniziata la mia collaborazione con il team di Vogue. Avevo trascorso più di un anno a inviare foto e scrivere email alla redazione, ma nessuna risposta e tutte gli scatti che inviavo venivano sempre respinti, un motivo per un altro non erano mai adatti. Rimasi molto deluso, cancellai persino il loro indirizzo email, pensai che forse ero troppo incompetente per essere uno di loro, per un attimo mi ero arreso. Dopo un mese esatto mi impuntai con tutte le mie forze che io dovevo almeno pubblicare una foto, almeno una, volevo dimostrare a me stesso che avevo stoffa da vendere: così contattai una mia amica che adora farsi fotografare, organizzammo un set nel giro di due giorni, mi schiarì le idee su quello che volevo trasmettere e realizzai questo shooting appositamente per VOGUE ITALIA. Come andò a finire? Un successo! Tutte le foto finirono direttamente sul magazine. Avevo finalmente coronato un sogno. Ma le sorprese non erano finite: pochi giorni dopo anche Vanity Fair e alcuni magazine patinati di Londra vollero pubblicare quelle foto. Posso dire che passione e determinazione sono gli ingredienti principali del successo. Ancora oggi ogni volta che vedo pubblicate le mie foto su Vogue il mio cuore inizia a battere a mille. E’ un’emozione che si ripete.”

Chi sono “i grandi” che ammiri e da cui ti piacerebbe imparare?

“I fotografi che ammiro sono tantissimi. Dico sempre che bisogna guardare e “studiare” gli altri in quello che fanno e come lo fanno. Nel campo della fotografia di moda seguo i progetti di Tim Walker, Steven Klein, Richard Avedon e Nick Knight; c’è solo da inginocchiarsi difronte ai loro scatti.”

Sono del parere che i libri siano maestri di vita e che attraverso essi si possano comprendere alcune sfaccettature dell’animo di chi li legge, tu che rapporto hai con la lettura? C’è un libro che è il TUO libro?

“Ad essere sincero ho un rapporto di amore e odio con i libri. Forse più odio che amore. Le mie letture durano mesi e mesi, prima di tutto  per mancanza di tempo. Attualmente sto leggendo un libro che è a sua volta è una raccolta di storie scritte dai più disparati scrittori del 900 che hanno ambientato i propri racconti a New York. Sono sicuro che queste pagine mi ispireranno. Invece adoro leggere riviste, ogni mese arrivano nel mio lab decine e decine di riviste di fotografia, moda e life style, sono vitali per essere sempre aggiornati in questo settore. Fino ad ora non c’è un mio libro.”

Come descriveresti il tuo stile fotografico?

“Parto dal presupposto che dentro di me convivono diverse anime: tranquilla nulla di grave! Sono una persona con molte sfaccettature del suo carattere. Passo dall’essere romantico all’impulsivo in un attimo di secondi. Quindi queste emergono un po’ alla volta e si riversano in quello che poi realizzo. Sicuramente il mio stile fotografico è un pop/vintage: un misto fra un contemporaneo di ricerca impastato con delle gocce di sentimento amarcord. Mi piacciono molto i contrasti espressi nello stile fotografico, dal bianco e nero grafico al colore che acceca e illumina, nella scelta della location, nelle pose della modella, negli accessori: voglio che l’occhio non si abitui mai a quello che vedrà, ma che sia continuamente stimolato e provocato.”

Cos’è per te la fotografia di moda?

“E’ uno spazio onirico a forma di isola dove poter esprimere ad alta voce dei pensieri definiti e astratti, un luogo pieno di finestre spalancate per far circolare il vento delle idee.”

Il miglior servizio fatto fin’ora?
“Direi il prossimo.. quello ancora da raccontare.”

L’evoluzione del mondo della moda è rappresentato anche dalle fashion blogger che siedono in prima fila alle sfilate e che vengono definite influencer; le loro fotografie viaggiano sui social costantemente e pare che vivano accompagnate da un fotografo professionale pronto a scattare streetstyle. Qual è il tuo pensiero a riguardo?

“Penso che ognuno di noi si esprima come meglio crede e con il mezzo che sente più vicino e familiare. L’importante è farlo con serietà, passione e rispetto per altri. Mi piacciono in generale le persone che si reinventano un lavoro per andare avanti e far valere le proprie idee.”

Come ti vedi tra dieci anni?
“Non so ad essere sincero come mi vedrò in futuro. Anche se a mio malgrado pianifico tutto … purtroppo! Vorrei essere una persona che rimane sempre aperta alla vita, che si sappia dare nuovi slanci, che ama ancora il proprio lavoro, che cerca sempre di migliorarsi e stupirsi delle piccole cose che la vita di ogni giorno ci regala.”

Federico Cannata http://federicocannata.com/