18 Aprile 2024

CASTIGLIONE SICILIA – La vita di San Cremete, un santo vissuto tra Francavilla e Castiglione

IMG_4898Presentato il libro ” Il Salto di San Crimo”, di Salvatore Ferruccio Puglisi”, per Armando Editore Siciliano di Messina. La presentazione è avvenuta presso la sala convegni del Centro di Educazione ambientale del Parco Fluviale dell’Alcantara, dove oltre all’autore, è intervenuta l’assessore al turismo Renata Saitta. Coinvolti nell’iniziativa gli studenti del locale liceo di scienze umane “Michele Amari”. Presenti pure l’assessore Lucia Chisari, l’arciprete Roberto Fucile, il presidente dell’Enoteca Regionale Giovanni Conti, e per l’Ente Parco dell’Alcantara Giuseppe Papa. Una pubblicazione interessante perché  oltre a far riscoprire la storia di San Cremete, un santo ai più sconosciuto, malgrado vissuto in queste zone, permette di ricostruire le dinamiche storiche della zona tra Francavilla e Castiglione. L’assessore Renata Saitta ha introdotto ai contenuti del libro presentando l’autore, che ha scritto diversi testi sulla Valle dell’Alcantara. Salvatore Ferruccio Puglisi ha così raccontato il perché di questo libro, portandoci  così a scoprire, con le foto proiettate e la presentazione del testo, sui luoghi dove visse questo santo anacoreta, i luoghi di Rocca  Badiazza, luoghi ancora  avvolti da fascino e mistero, non facilmente raggiungibili seppur costeggiano la strada provinciale Mojo-bivio San Paolo – Francavilla. Siamo nella seconda metà del secolo XI, sui monti di Placa viveva questo santo eremita, attorniato da vari animali selvatici che lui era riuscito ad addomesticare. Si racconta che un giorno, accompagnato dalle bestie che lo circondavano quotidianamente, si presentò al Conte Ruggero, che  rimase affascinato dalla figura di quell’uomo  mistico. Così, salito con lui sulla sommità della rocca, gli concesse di erigere in quel posto un monastero di cui Cremete diventò l’abate ed il superiore degli altri suoi confratelli. Un giorno alcuni monaci non vollero più ubbidire alla sua regola basiliana e pensarono di liberarsi di lui buttandolo giù dalla rocca. Cremete sarebbe rimasto miracolosamente illeso (morì poi il 6 agosto del 1116) e  da questi fatti  cominciò ad essere considerato un santo”.  Alcuni resti e reliquie di San Cremete, sono conservati in un reliquario di bronzo dorato ed argento custodito nella basilica di Santa Maria a Randazzo. Purtroppo di questo santo eremita e poi abate, vissuto nel lontano XI secolo, non ci sono pervenute molte notizie. La ‘Vita’ scritta, si basa su tradizioni locali e su documenti del monastero di S. Salvatore di Placa a Francavilla . Sulla Sicilia vi era la dominazione saracena e Cremete si era ritirato fra le rovine di un antico eremitaggio, posto fra le pendici dell’Etna e la foresta di Placa.
Quando Ruggero I, principe d’Altavilla († 1101) dopo aver combattuto i musulmani, riuscì ad impadronirsi di tutta l’isola, Cremete gli si presentò per chiedergli aiuto nella ricostruzione del diroccato cenobio, portandogli in dono della selvaggina viva.
Il re gli concesse quanto chiedeva; il diploma di fondazione del monastero e della chiesa annessa di Francavilla, porta la data del 1092; essi furono dedicati al S. Salvatore e Cremete ne divenne l’abate; morì intorno al 1099. Altre notizie storiche non ci sono, la festa liturgica di s. Cremete ricorre insieme a quella del S. Salvatore a cui era dedicato il monastero cioè il 6 agosto, in questo giorno si espone il suo corpo, posto in un reliquiario con iscrizione in greco.

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